Ghost Kitchen, la parola chiave è "snellire"

Ghost Kitchen, la parola chiave è "snellire"

Tra le nuove tendenze per questo 2021, ne avevamo già parlato in questo post, c'è sicuramente una crescita importante delle Ghost Kitchen, quei luoghi dove non è prevista l’accoglienza di ospiti ma si preparano pietanze che verranno consumate altrove. Tante sono nate in questo periodo di forte sviluppo delle consegne a domicilio.


A parlarne su HorecaNews è Stephan Leuschner, esperto di Ghost Kitchens in Rational, il quale dichiara che: “Ci sono diverse realtà. Ristoranti tradizionali che a causa del lockdown si sono trasformati in Ghost Kitchen e altri casi in cui una sola cucina produce per diversi marchi e insegne. Naturalmente, questo si riflette anche nell’attrezzatura della cucina». Prima di tutto, le cucine, indipendentemente dalle dimensioni, hanno le stesse esigenze: flessibilità nei concept alimentari, controllo dell’igiene, qualità sempre ripetibile, facilità di utilizzo anche per il personale semispecializzato e la possibilità di connessione. «Con un forno combinato iCombi e un iVario che lavora con calore da contatto, tutti i criteri sono soddisfatti», afferma Leuschner.

Secondo Leuschner, “snellire” è la keyword di questa rivoluzione. Dovrebbero rimanere solo i piatti facili da produrre e facili da trasportare. Un’altra parola magica è digitalizzazione. Non c’è più l’insegna del ristorante a farne pubblicità, c’è solo la presenza online, i canali dei social media, le piattaforme di valutazione. Per una presentazione digitale, è importante che i piatti siano fotografati bene. E devono essere belli da vedere sia sui piccoli dispositivi che sui grandi monitor. Stephan Leuschner e i suoi colleghi sanno esattamente come deve essere una cucina, hanno infatti già supportato più volte grandi e piccole Ghost Kitchen nel loro sviluppo. “Non si trattava solo dell’attrezzatura della cucina, ma anche di come si presenta il concetto di cibo, di come i processi della cucina possono essere ottimizzati per essere il più efficienti possibile e di come si presenta la formazione del team di cucina“, spiega Leuschner. Tutto per un obiettivo: stabilire nuovi standard – anche in termini di qualità della produzione – per rendere la Ghost Kitchen di successo e, soprattutto, redditizia. Perché una cosa è chiara per Leuschner: “Anche se le cifre sono promettenti – conclude – bisogna sempre tenere presente che per una Ghost Kitchen è necessario conoscere le tendenze ed essere in grado di reagire rapidamente“.

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